Salvatore Rondello
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Articolo di Salvatore Rondello


IN MEMORIA DI GIUSEPPE PULLARA

Autore: Salvatore Rondello (Roma, 22 dicembre 2009)

Il sei novembre del 2009 a Roma, confortato dall'affetto della moglie, Giuseppe Pullara ci ha lasciati. Il nove novembre scorso si svolgevano i funerali a Palermo.

Lo incontrai per la prima volta nel 1979 a Palermo nel coordinamento centrale della FIDAC/CGIL del Banco di Sicilia. Ero il rappresentante sindacale per la Filiale di Trapani. Avevo meno di un anno di servizio lavorativo dall‘assunzione. Dovetti presentare la proposta di modifica dell'articolo 110 del regolamento per il personale del Banco elaborata dai compagni del direttivo della sezione sindacale a tutela dei colleghi per i rischi lavorativi. Pullara colse immediatamente la fondatezza dell'istanza, la portò avanti e dopo poco tempo venne accolta dal Banco. Entrammo subito in reciproca empatia. Negli ultimi anni della sua vita, quando era ancora in grado di deambulare, veniva a trovarmi tutti i giorni sul mio luogo di lavoro a Palazzo Mancini, sede romana del Banco. Un messaggio educativo e di conoscenze che ha voluto trasmettermi chissà per quale motivo. I presenti che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo si chiedono giustamente: ma chi era Giuseppe Pullara?

Nacque il 27 giugno del 1922 a Caltagirone (la stessa città che diede i natali a Luigi Sturzo). Dopo gli studi, iniziò a lavorare come giornalista per l'EIAR (la vecchia denominazione della RAI) subito dopo la liberazione. Tra le sue trasmissioni radiofoniche, grande successo ebbero "Capitan Mata-Moro" e "Mago Gipù". Assunto al Banco di Sicilia a Roma dove già si era trasferito per l‘attività radiofonica, si occupò di finanziamenti all'industria cinematografica. Il percorso sindacale iniziò casualmente in occasione dell'attentato a Togliatti: la CGIL aveva proclamato lo sciopero generale. I lavoratori del Banco di Sicilia a Roma, si erano riuniti in assemblea per decidere sulla partecipazione allo sciopero che per molti era considerato uno sciopero meramente politico da evitare non riguardando gli interessi della categoria. In quell'occasione il giovane socialista Pullara prese la parola per convincere i lavoratori che lo sciopero era giusto farlo per difendere la libertà e la democrazia nate dalle ceneri della guerra e del fascismo. Fu subito chiamato per occupare la carica sindacale di base ed a far parte della commissione interna centrale del Banco il cui primo congresso si tenne a Roma a Palazzo Venezia. Per quell'evento Pullare fece realizzare un film-luce.

Diventato segretario nazionale della FIDAC/CGIL e successivamente segretario generale, è stato il fautore per la nascita dell'attuale FISAC/CGIL per la quale è stato il primo segretario generale. Ci teneva ad informare tutti gli iscritti al sindacato sul dibattito sindacale e sull'evoluzione dei diritti del mondo del lavoro. Per questo motivo fu direttore responsabile prima de "Il Bancario" (periodico della FIDAC) e successivamente di "Fisac-Note". Durante la sua militanza sindacale ha ricoperto diversi incarichi importanti: membro dell'esecutivo della CGIL, consigliere di amministrazione dell' Ente Teatrale Italiano, dell'INPS, dell'INAIL e dell'ETLI. Finora è stato l'unico italiano che ha avuto l'onore di presiedere, sia pure per un solo mandato, il Sindacato Mondiale dei bancari.

Il sette di novembre Guglielmo Epifani e la segreteria della CGIL lo hanno ricordato con un necrologio sull'Unità per le sue "doti umane, le grandi capacità, la misuratezza e l‘affetto per la CGIL". Lo stesso giorno con altri necrologi pubblicati su "La Repubblica", Nicoletta Rocchi, Mimmo Moccia e la FISAC Nazionale lo hanno ricordato con grande affetto come "maestro di vita e di pensiero che ha insegnato a generazioni di sindacalisti" e come esempio di figura eticamente diamantina che ha saputo illuminare il percorso sindacale per i diritti dei lavoratori. A loro mi associo nel salutarlo. Grazie Peppino.

Salvatore Rondello